martedì 4 giugno 2013

Il fumo e la tecnologia (parte 2)

Il primo uomo europeo a fumare tabacco fu, probabilmente, un compagno di Cristoforo Colombo, un certo Rodrigo de Jerez.


L'uso di fumare, di annusare, di masticare il tabacco fu introdotto nei vari paesi da marinai e soldati spagnoli, portoghesi, napoletani, siciliani, lombardi, fiamminghi e tedeschi che combatterono nel '500 per Carlo V e Filippo II.



Nel 1560 Jean Nicot, ambasciatore francese in Portogallo, inviò alla corte di Francia i semi del tabacco, piante che vennero denominate dal nome di Nicot “Herba nicotina”, decantandone le virtu estetiche e soprattutto quelle "medicinali". La pianta, infatti, veniva consigliata per la cura del mal di stomaco e delle ulcere, per l'asma e per le malattie polmonari. L’uso del tabacco si diffuse rapidamente in Francia, poi in Europa ed in tutto il mondo: nella buona borghesia l’ora del fumo precedette di almeno due secoli l’ora del te.


In Italia, nel 1561; in Inghilterra, nel 1565; in Germania, verso il 1570; a Vienna, in quegli stessi anni. Nel 1580 raggiunse la Turchia che gli apre le porte all'Asia. In 15 anni raggiunge Giappone, Corea e Cina. In Africa l'ingresso è avvenuto attraverso il Marocco nel 1593. 

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