giovedì 6 giugno 2013

Indice del blog

01. Introduzione
02. Etimologia e significato del titolo
03. L'alfabeto dei vizi
04. I vizi capitali
05. Un salto nella Divina Commedia
06. Il romanzo di Italo Svevo
07. Vizi...vietati!
08. Il caso di Zeno
09. Dai latini a Fellini: vizi e satira
10. Vizi nei videogames della mia infanzia
11. Qualche consiglio dai proverbi
12. Fumo e tecnologia - Le origini
13. Fumo e tecnologia - Una prima diffusione
14. Sin City
15. Fumo e tecnologia - Verso le belle arti
16. Fumo e tecnologia - Sigaretta, pubblicità e guerra
17. Fumo e tecnologia - Conclusione

Il fumo e la tecnologia (parte 5)

Concludo questa lunga e a tratti noiosa digressione sulla storia del fumo con una pubblicità un po' vintage, che ci fa riflettere su come questo vizio sia penetrato nella società del Novecento giungendo fino a noi che, ormai stufi della sigaretta normale, abbiamo pensato bene di inventare quella elettronica!


Il fumo e la tecnologia (parte 4)

Da Oriente un giorno arrivò un' innovazione rivoluzionaria: nel 1832 i soldati mussulmani all'assedio di San Giovanni d'Acri cominciarono ad infilare un po' di tabacco nei cilindretti di carta in cui conservavano la polvere da sparo ed ad accenderli. Inventarono così la sigaretta, che arrivò in Italia nel 1857, nelle tasche dei reduci della spedizione in Crimea.




E' stato l'Ottocento, con l'avvento della rivoluzione industriale, a facilitare il trapasso dalla pipa, dal masticare e fiutare il tabacco, alla sigaretta, più pratica e aderente alla moda che cambiava.


Manifesto dell'epoca
Ben presto i commercianti di tabacco ebbero l'idea di servirsi di annunci pubblicitari per attirare nuovi clienti.  Secondo lo storico Robert Soliel i due metodi più importanti per diffondere il consumo di sigarette sono stati la pubblicità e la guerra. Infatti il consumo aumentò vertiginosamente con la prima guerra mondialeil loro effetto narcotico era considerato utile per combattere la solitudine al fronte. Una canzone inglese del tempo di guerra suggeriva: "chiudi i tuoi problemi nello zaino, mentre hai un fiammifero per accendere la sigaretta". Coloro che si erano convertiti al fumo da soldati, divennero buoni clienti anche dopo la guerra. Furono stanziate somme colossali (circa 75.000.000 di dollari del 1931) per la promozione delle sigarette come aiuto per mantenersi snelli o come alternativa ai dolciumi; il cinema fece il resto.


Marlene Dietrich, attrice che diffuse nel mondo femminile la moda di fumare


Il fumo e la tecnologia (parte 3)

Il XVII è un secolo che vede fumare prevalentemente i marinai ed i soldati d'ogni grado, ma cominciano ad essere conquistati all'uso del fumo anche gli intellettuali, scrittori e poeti, e coloro che con quest'usanza vogliono contestare i rigidi costumi dell'epoca.


I fumatori (1637), Adriaen Brower
Metropolitan Museum of Art, NY

Ma è dagli inizi del '700 che scrittori e poeti parlandone in parte bene, in parte male, cominciano a fare entrare nelle loro opere il tabacco come principale protagonista. Nella pittura diversi artisti cominciarono a scegliere come soggetto il tabacco.


Autoritratto con orecchio fasciato e pipa (1889), Vincent Van Gogh
Collezione privata

Fra i borghesi invitati a cena ci si ritirava a fumare in una sala con una giacca fornita dall'ospite: quando si tornava in sala da pranzo si lasciava questa giacca, chiamata smoking, e ci si rimetteva la propria, che non puzzava di fumo. Così non si dava fastidio agli altri convenuti.



mercoledì 5 giugno 2013

Sin City

Centro di questo post è ovviamente Las Vegas, nota anche come Sin City (o Città del peccato), a causa della legalizzazione del gioco d'azzardo , della disponibilità di alcolici ad ogni ora del giorno e della notte e di una certa scelta in fatto di spettacoli per adulti.


Lunga è la lista dei film ambientati a Las Vegas: tra questi vorrei citare in particolare il primo capitolo di Una notte da leoni, in cui sono descritti tutti gli aspetti "peccaminosi" di questa città in un mare di risate.

Per un approfondimento relativo allo sviluppo di città come Las Vegas consiglio di visualizzare il blog Tecnologia e Città del mio compagno di corso Francesco Dianzani.



martedì 4 giugno 2013

Il fumo e la tecnologia (parte 2)

Il primo uomo europeo a fumare tabacco fu, probabilmente, un compagno di Cristoforo Colombo, un certo Rodrigo de Jerez.


L'uso di fumare, di annusare, di masticare il tabacco fu introdotto nei vari paesi da marinai e soldati spagnoli, portoghesi, napoletani, siciliani, lombardi, fiamminghi e tedeschi che combatterono nel '500 per Carlo V e Filippo II.



Nel 1560 Jean Nicot, ambasciatore francese in Portogallo, inviò alla corte di Francia i semi del tabacco, piante che vennero denominate dal nome di Nicot “Herba nicotina”, decantandone le virtu estetiche e soprattutto quelle "medicinali". La pianta, infatti, veniva consigliata per la cura del mal di stomaco e delle ulcere, per l'asma e per le malattie polmonari. L’uso del tabacco si diffuse rapidamente in Francia, poi in Europa ed in tutto il mondo: nella buona borghesia l’ora del fumo precedette di almeno due secoli l’ora del te.


In Italia, nel 1561; in Inghilterra, nel 1565; in Germania, verso il 1570; a Vienna, in quegli stessi anni. Nel 1580 raggiunse la Turchia che gli apre le porte all'Asia. In 15 anni raggiunge Giappone, Corea e Cina. In Africa l'ingresso è avvenuto attraverso il Marocco nel 1593. 

venerdì 31 maggio 2013

Il fumo e la tecnologia (parte 1)

La storia del tabacco, in Europa, inizia chiaramente in seguito al 1492, quando l'evoluzione delle tecniche di navigazione e un po' di fortuna da parte degli esploratori hanno portato alla scoperta dell'America.


Già nel suo primo viaggio nel nuovo continente Cristoforo e i suoi compagni vennero a conoscenza di questa abitudine degli indigeni di usare dei "tizzoni" che fumavano da un'estremità. Le prime informazioni sul fumo di tabacco si trovano nella Storia Generale delle Indie di Bartolomeo de la Casas, il quale scriveva «…gli Indiani mischiano il fiato con il fumo di un’erba chiamata “petum” e soffiano come dannati».

Ma in realtà già i Maya e gli Atzechi erano soliti, durante i riti religiosi, soffiare il fumo verso il sole ed i punti cardinali da pipe o direttamente dal tabacco arrotolato. Far ardere il tabacco aveva un valore religioso per questi popoli: era infatti un omaggio al Dio Balan, il dio dei quattro venti che accendeva il cielo con lampi e nuvole. Successivamente il fumo cominciò a non essere piu soffiato, ma aspirato e il suo uso non fu più limitato alla casta sacerdotale, ma si estese al popolo.


Non bisogna però pensare che la storia del tabacco coincida con quella del fumo. Infatti diversi popoli dell'antichità come Sciti e Sumeri facevano già uso di sostanze come la canapa e l'oppio.




mercoledì 29 maggio 2013

I proverbi hanno sempre ragione

Vizi in generale:
Il lupo perde il pelo ma non il vizio
Vizio rinato, vizio peggiorato
Il vizio s'impara presto
I vizi son come i puzzi: chi li ha non li sente
Vizio non punito cresce all'infinito


Vizi capitali:
Frenesia e gelosia mai son sanate per alcuna via
L'invidioso diventa magro alla vista della ricchezza altrui
Al povero mancano molte cose, all'avaro tutte
Quando la superbia galoppa, la vergogna siede in groppa
L'ira impedisce all'animo di vedere la felicità
Quando la superbia sale, l'amicizia scende
L'ozio è il padre di tutti i vizi

Quotidianità:
Le bugie hanno le gambe corte
Il gioco e l'osteria portano tutto via
Chi gioca per bisogno, perde per necessità
Il ladro non ruba dove abita
Il gioco, il letto, la donna, il fuoco non si contentan mai di poco


sabato 25 maggio 2013

Rovistando tra i videogames della mia infanzia...

Sfido a trovare un ragazzo (ma anche ragazza) della mia generazione che non abbia mai giocato almeno una volta ad un capitolo della serie Grand Theft Auto (o meglio nota come GTA). D'altronde l'idea di poter girare ed esplorare liberamente un mondo virtuale ha sempre allettato tutti, soprattutto quando il mondo in questione si chiama Vice City. Gran parte dei vocaboli dell'abecedario sono contenuti in questa serie di videogames.


sabato 18 maggio 2013

Dai latini a Fellini: quando i vizi incontrano la satira

Centro di questo post è il Satyricon, celebre opera dello scrittore e politico romano Petronio; il significato di questo pastiche letterario è in realtà poco chiaro a causa della sua frammentarietà, ma quello che è certo è che l'autore ci descrive una società basata sul cattivo gusto, sulla ridicolaggine dei comportamenti sociali e su svariati vizi.



Il culmine della satira si raggiunge indubbiamente con l'episodio della Cena di Trimalcione, di cui possiamo farci un'idea anche grazie al capolavoro cinematografico Satyricon (1969) di Fellini; ecco un breve spezzone del film:


giovedì 16 maggio 2013

Zeno e l'uomo moderno

Zeno Cosini, protagonista del capolavoro di Svevo, rappresenta l'uomo inetto, cioè colui che letteralmente non sa vivere; Zeno infatti fallisce in tutto: non si laurea, non riesce negli affari, è debole, bugiardo e incapace di fare del male. La sua malattia è immaginaria ed è solo una scusa che lui trova per giustificare le sue debolezze e i suoi fallimenti nella vita; 

Zeno infatti maledice i suoi vizi ma non è capace ad abbandonarli.

Ed è proprio per questo suo atteggiamento che considero Zeno come lo specchio dell'uomo moderno, intrappolato nella società come un burattino legato a fili che non possono essere tagliati.

Concludo il post con un passo del capitolo relativo al fumo della Coscienza di Zeno, letto e interpretato da Alberto Garbarino.





giovedì 9 maggio 2013

Vizi fastidiosi ma soprattutto...vietati!

Spesso, ovunque andiamo, ci capita di dover rispettare delle norme per cercare di convivere al meglio con chi ci circonda e preservare la quiete pubblica; ecco qualche esempio riguardante i nostri vizi:


Per i fumatori più accaniti
Per i più golosi


Per i più curiosi
Per chi non riesce a staccarsi dal proprio cellulare



domenica 5 maggio 2013

Svevo e il romanzo del primo dopoguerra

Italo Svevo (1861-1928), pseudonimo di Ettore Schmitz, è uno dei più importanti esponenti della letteratura italiana del primo Novecento; la sua vita è segnata dalla prematura scomparsa del fratello, che lo induce a scrivere le prime opere. Svevo concepisce la letteratura come recupero e salvaguardia della vita, la quale può essere difesa solo dall' inetto (ovvero da chi nella società è un "diverso") e quindi dallo scrittore. Caratteristico della sua produzione è il contrasto tra razionale e ideale, frutto dell'influenza dell'amico James Joyce.


« La salute non analizza se stessa e neppure si guarda allo specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi. » (La coscienza di Zeno - capitolo VI)

In seguito alla pubblicazione della teoria sull’evoluzione di Darwin, Svevo distrugge le gerarchie tra sani e malati dando un senso alla vita dell'inetto, che ora non è più limitato e può quindi evolversi.

Per uno studio più approfondito consiglio questa analisi del critico letterario Alberto Asor Rosa

sabato 27 aprile 2013

Nella "Divina Commedia"

Nella più celebre opera dantesca il termine "vizio" compare innumerevoli volte e costituisce uno dei nuclei principali della letteratura del poeta fiorentino; se nell'Inferno vengono analizzate in particolar modo le estreme conseguenze dei vizi, e quindi i peccati, nel Purgatorio essi giocano un ruolo fondamentale al punto da plasmarne la struttura.


domenica 21 aprile 2013

I vizi capitali

I vizi capitali sono un elenco di inclinazioni morali e comportamentali, che porterebbero alla distruzione dell'anima umana, contrapponendosi alle virtù.


I 7 vizi capitali (in realtà più volte modificati nel corso della storia) sono:

  • SUPERBIA (desiderio irrefrenabile di essere superiori);
  • INVIDIA (desiderio di possedere le cose altrui);
  • IRA (intensa irritazione verso il prossimo);
  • ACCIDIA (mancanza di voglia di vivere);
  • AVARIZIA (scarsa disponibilità a donare ciò che si ha);
  • GOLA (abbandono al piacere);
  • LUSSURIA (desiderio irrefrenabile del piacere sessuale).




The seven deadly sins and the four last things, Hieronymus Bosch

Madrid, Museo del Prado


Per una descrizione dettagliata dell'immagine fai click qui.




venerdì 12 aprile 2013

L'alfabeto dei vizi

Per dare un'idea dell'argomento scelto ho stilato un abecedario in cui elenco diversi vizi : alcuni sono legati al mondo antico, altri a quello moderno, ma la maggior parte di questi accompagna la vita dell'uomo dalle sue origini e continuerà a farlo fino alla sua scomparsa.
Ho volutamente omesso dalla lista i 7 vizi capitali, ai quali dedicherò un post in seguito.

Azzardo
Baccanali

Caparbietà
Droga
Edonismo
Fumo
Gelosia
H

Infedeltà
Latrocinio
Mondanità
Narcisismo
Ozio
Piromania

Q
Rischio
Sfrenatezza
Tentazione
Ubriachezza
Vanità
Zeno


sabato 6 aprile 2013

Etimologia e significato

tecnologìa s. f. [comp. di tecno- e -logia (cfr. gr. τεχνολογία «trattato sistematico»); nelle accezioni più ampie e più recenti, ricalca l’ingl. technology].








vìzio
s. m. [dal lat. vitium «vizio»; cfr. vezzo].
vézzo s. m. [lat. vĭtium «vizio, difetto»; cfr. l’allotropo vizio].


lunedì 1 aprile 2013

Per iniziare...

BENVENUTI!
Questo è il mio blog, legato al corso di Storia della tecnologia, tenuto dal professor Vittorio Marchis presso il Politecnico di Torino.

Il mio scopo sarà quello di analizzare l'evolversi dei vizi umani in funzione della tecnologia e quindi del tempo; per fare ciò ho scelto di partire da un romanzo piuttosto emblematico: La coscienza di Zeno di Italo Svevo.