venerdì 31 maggio 2013

Il fumo e la tecnologia (parte 1)

La storia del tabacco, in Europa, inizia chiaramente in seguito al 1492, quando l'evoluzione delle tecniche di navigazione e un po' di fortuna da parte degli esploratori hanno portato alla scoperta dell'America.


Già nel suo primo viaggio nel nuovo continente Cristoforo e i suoi compagni vennero a conoscenza di questa abitudine degli indigeni di usare dei "tizzoni" che fumavano da un'estremità. Le prime informazioni sul fumo di tabacco si trovano nella Storia Generale delle Indie di Bartolomeo de la Casas, il quale scriveva «…gli Indiani mischiano il fiato con il fumo di un’erba chiamata “petum” e soffiano come dannati».

Ma in realtà già i Maya e gli Atzechi erano soliti, durante i riti religiosi, soffiare il fumo verso il sole ed i punti cardinali da pipe o direttamente dal tabacco arrotolato. Far ardere il tabacco aveva un valore religioso per questi popoli: era infatti un omaggio al Dio Balan, il dio dei quattro venti che accendeva il cielo con lampi e nuvole. Successivamente il fumo cominciò a non essere piu soffiato, ma aspirato e il suo uso non fu più limitato alla casta sacerdotale, ma si estese al popolo.


Non bisogna però pensare che la storia del tabacco coincida con quella del fumo. Infatti diversi popoli dell'antichità come Sciti e Sumeri facevano già uso di sostanze come la canapa e l'oppio.




mercoledì 29 maggio 2013

I proverbi hanno sempre ragione

Vizi in generale:
Il lupo perde il pelo ma non il vizio
Vizio rinato, vizio peggiorato
Il vizio s'impara presto
I vizi son come i puzzi: chi li ha non li sente
Vizio non punito cresce all'infinito


Vizi capitali:
Frenesia e gelosia mai son sanate per alcuna via
L'invidioso diventa magro alla vista della ricchezza altrui
Al povero mancano molte cose, all'avaro tutte
Quando la superbia galoppa, la vergogna siede in groppa
L'ira impedisce all'animo di vedere la felicità
Quando la superbia sale, l'amicizia scende
L'ozio è il padre di tutti i vizi

Quotidianità:
Le bugie hanno le gambe corte
Il gioco e l'osteria portano tutto via
Chi gioca per bisogno, perde per necessità
Il ladro non ruba dove abita
Il gioco, il letto, la donna, il fuoco non si contentan mai di poco


sabato 25 maggio 2013

Rovistando tra i videogames della mia infanzia...

Sfido a trovare un ragazzo (ma anche ragazza) della mia generazione che non abbia mai giocato almeno una volta ad un capitolo della serie Grand Theft Auto (o meglio nota come GTA). D'altronde l'idea di poter girare ed esplorare liberamente un mondo virtuale ha sempre allettato tutti, soprattutto quando il mondo in questione si chiama Vice City. Gran parte dei vocaboli dell'abecedario sono contenuti in questa serie di videogames.


sabato 18 maggio 2013

Dai latini a Fellini: quando i vizi incontrano la satira

Centro di questo post è il Satyricon, celebre opera dello scrittore e politico romano Petronio; il significato di questo pastiche letterario è in realtà poco chiaro a causa della sua frammentarietà, ma quello che è certo è che l'autore ci descrive una società basata sul cattivo gusto, sulla ridicolaggine dei comportamenti sociali e su svariati vizi.



Il culmine della satira si raggiunge indubbiamente con l'episodio della Cena di Trimalcione, di cui possiamo farci un'idea anche grazie al capolavoro cinematografico Satyricon (1969) di Fellini; ecco un breve spezzone del film:


giovedì 16 maggio 2013

Zeno e l'uomo moderno

Zeno Cosini, protagonista del capolavoro di Svevo, rappresenta l'uomo inetto, cioè colui che letteralmente non sa vivere; Zeno infatti fallisce in tutto: non si laurea, non riesce negli affari, è debole, bugiardo e incapace di fare del male. La sua malattia è immaginaria ed è solo una scusa che lui trova per giustificare le sue debolezze e i suoi fallimenti nella vita; 

Zeno infatti maledice i suoi vizi ma non è capace ad abbandonarli.

Ed è proprio per questo suo atteggiamento che considero Zeno come lo specchio dell'uomo moderno, intrappolato nella società come un burattino legato a fili che non possono essere tagliati.

Concludo il post con un passo del capitolo relativo al fumo della Coscienza di Zeno, letto e interpretato da Alberto Garbarino.





giovedì 9 maggio 2013

Vizi fastidiosi ma soprattutto...vietati!

Spesso, ovunque andiamo, ci capita di dover rispettare delle norme per cercare di convivere al meglio con chi ci circonda e preservare la quiete pubblica; ecco qualche esempio riguardante i nostri vizi:


Per i fumatori più accaniti
Per i più golosi


Per i più curiosi
Per chi non riesce a staccarsi dal proprio cellulare



domenica 5 maggio 2013

Svevo e il romanzo del primo dopoguerra

Italo Svevo (1861-1928), pseudonimo di Ettore Schmitz, è uno dei più importanti esponenti della letteratura italiana del primo Novecento; la sua vita è segnata dalla prematura scomparsa del fratello, che lo induce a scrivere le prime opere. Svevo concepisce la letteratura come recupero e salvaguardia della vita, la quale può essere difesa solo dall' inetto (ovvero da chi nella società è un "diverso") e quindi dallo scrittore. Caratteristico della sua produzione è il contrasto tra razionale e ideale, frutto dell'influenza dell'amico James Joyce.


« La salute non analizza se stessa e neppure si guarda allo specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi. » (La coscienza di Zeno - capitolo VI)

In seguito alla pubblicazione della teoria sull’evoluzione di Darwin, Svevo distrugge le gerarchie tra sani e malati dando un senso alla vita dell'inetto, che ora non è più limitato e può quindi evolversi.

Per uno studio più approfondito consiglio questa analisi del critico letterario Alberto Asor Rosa